di Juliano Boti Bernardo
Edinaldo Batista Libânio, o semplicemente Grafite per gli amanti del calcio è nato e cresciuto nei sobborghi di Jundiai, città a circa 60 km dalla capitale paulista. Grafite incarna tutte le caratteristiche classiche del tipico calciatore brasiliano: povero, nero, molte volte sfortunato, dalle quali nasce l'espressione "Negro Drama". La sua infanzia è segnata dalla povertà e da miglia di partite di calcio, giocate con palle fatte da stracci e giornali, che si prolungano fino a quando non arriva il buio. Oggi è diventato uno degli attaccanti brasiliani più considerati a livello internazionale. Attaccante del Wolfsburg e della Nazionale brasiliana.
Gli inizi difficili e l'approdo al calcio professionistico
Fino ai 20 anni non era era riuscito ancora ad ottenere un contratto come calciatore professionista e per uno del suo ceto sociale questo voleva dire dover lasciare il calcio e andar a guadagnarsi il proprio misero salario con uno dei tanti lavori modesti, così come milioni di atri suoi coetanei. Lui però è determinato e decide di persistere, ci prova, ci riprova ancora una volta finchè non riesce finalmente ad affermarsi, in una maniera spettacolare, veramente unica nel suo genere.
In una partita valida per il Campionato Paulista del 2004, anno in cui giocava nel San Paolo, si trova ad affrontare la squadra del Juventus-SP, la quale lottava per non retrocedere, testa a testa contro il Corinthians. Grafite segna un gol importantissimo, ma non per la sua squadra, bensì per lo stesso Corinthians, il quale si salva della retrocessione per una differenza reti a suo favore. Inutile dire che da quel momento Grafite diventa l'idolo della tifoseria rivale, quella corinthiana, lasciando invece perplessi i propri tifosi, quelli del San Paolo, che si aspettavano una prestazione più "rilassata" da parte dei propri giocatori.
Il razzismo e la vittoria della Libertadores
Nel 2005 è anche protagonista di un clamoroso episodio di razzismo, successo in una partita valida per la conquista della Coppa Libertadores, Grafite vestiva ancora la maglia del San Paolo. In quell'occasione, l'argentino Desàbato, che allora militava nel club del Quilmos, insulta senza mezzi termini il gigante centravanti della squadra brasiliana, rivolgendogli frasi ingiuriose fortemente razzieste. Desàbato viene persino mandato in galera dopo la conclusione dell'incontro. Le polemiche si prolungarono per mesi e il "caso Grafite" viene considerato come un esempio di lotta contro il razzismo.
La consacrazione nel calcio europeo con il Wolfsburg
Nel 2009, al terzo anno di militanza nel calcio europeo e tedesco, nelle fila del Wolfsburg, segna un gol sensazionale, durante una partita importantissima, contro il Bayern Monaco, valida per la conquista della Bundesliga, quello che Grafite riesce a fare è un gol da antologia, di quelli che fanno il giro del mondo, da cineteca del calcio. Il gol viene considerato il più bello della storia del Wolfsburg, ma anche i telecronisti tedeschi, campioni di moderazione, rimasero storditi dalla bellezza e dall'apparente facilità con la quale compie il gesto tecnico. (Guarda il gol)
La conquista di Dunga e della nazionale brasiliana
Nel percorso di qualificazione ai mondiali del 2010 riesce a conquistare la tanto ambita Nazionale, convocato due volte da Dunga nella compagine verdeoro, non ci pensa due volte a ripagare la fiducia del CT, entra a partita in corso, per pochi minuti, e segna un gol importantissimo, che darà segnali positivi a Dunga, il quale deciderà poi d'inserire il nome di Grafite nella lista dei 23 convocati per il mondiale 2010, vincendo la concorrenza di calciatori più blasonati del calibro di Ronaldinho e Adriano, e di giovani promesse come Neymar, Ganso e Pato.
Grafite, è il simbolo di un calcio operio, semplice, povero e conquistato sul campo, caratteristiche che fanno parte dei valori del brasiliano medio, quello che si affida a doti fisiche naturali e ad una Fede religiosa intensa che gli permette di non mollare mai e che vive "entre o sucesso e a lama" (tra successo e disgrazia).
Nessun commento:
Posta un commento