E chi l'avrebbe detto che il gigante Edinaldo Batista Libânio, meglio noto come Grafite, avrebbe sorpassato sotto il naso campioni del calibro di Ronaldinho, Adriano, Ronaldo, Pato, nella corsa alla conquista di una maglia per la Nazionale brasiliana? In pochi credo avrebbero scommesso sul centravanti di Jundiaì, classe 79 e attualmente in forza al Wolfsburg, squadra che che condivide con il suo amico Josuè, anch'egli convocato da mister Dunga.
Ma andiamo a scoprire un pò meglio la carriera di questo calciatore, che mette subito davanti agli occhi la sua esperienza internazionale, viste le molte squadre e paesi girati. Inizia in un piccola squadra denominata Matonense, nella quale in due anni riesce a mettersi in mostra tanto da riuscire prima a trasferirsi nel Ferroviária, poi nel Santa Cruz con il quale mise a segno ben 22 gol, tanto da attirare l'interesse del Gremio, dove conquistò ben presto la titolarità del ruolo. Siamo nel 2002, un anno dopo il giovane Grafite decide di provare un esperienza completamente nuova e di testare un calcio emergente come quello coreano, infatti viene acquistato dal Anyang Cheetahs, la sua permanenza li però durò appena sei mesi, non riuscì ad adattarsi e probabilmnete quel calcio non riusciva a stimolarlo totalemente, così decide di ritornare in terra brasiliana dove viene accolto dal Goias, e lui ripaga la fiducia della società marcando raffiche di gol.
Sul finire dell'anno arriva il salto di qualità decisivo, Grafite viene messo sotto contratto dal San Paolo, società nella quale vi resterà per tre anni (2003-2006) e con la quale vince tutto ciò che si possa vincere: campionato brasieliro, coppa Libertadores e mondiali per club, gioca al fianco di un altro super attaccante, che guarda caso è uno dei punti fermi di Dunga, Luisa Fabiano, i due in coppia combinano sfraceli.
Dopo il salto qualitativo ottenuto con il San Paolo, arriva anche l'ora della definitiva consacrazione nel calcio mondiale, e quindi nel 2006 decide di accettare l'offerta della squadra francese, Le Mans, che lo porta a giocare la Ligue 1, si adatta facilmente al calcio europeo e in una stagione e mezza, cadenzata anche da qualche infortunio riesce a mettere a segno 17 gol, tant'è vero che attira subito su di se le attenzioni di club europei più importanti, però il Wolfsburg è quello che riesce a convincerlo più in fretta di tutti e nel 2007 lo porta in Germania, insieme al suo connazionale Josué. Talmente abituato a girare il mondo e talmente abituato a fare gol su gol, alla prima stagione in terra tedesca mette a segno ben 11 gol in 24 partite, l'anno successivo in 26 partite ne fa addirittura 28, sono cifre straordinarie, che permettono al Wolfsburg di conquistare il primo titolo di Campione di Germania della sua storia. Nell'ultima stagione le cose sono anate un poco meno bene, infatti il conteggio delle marcature si è fermato a 11, ma la classe, la potenza è sempre quella e Dunga ha visto in lui sia l'alternativa a Luis Fabiano, sia la sua spalla, come ai tempi del San Paolo.
Se consideriamo un Ronaldo che peggiora di partita in partita e che mette in mostra i suoi attuali limiti fisici, se consideriamo un Imperatore, Adriano, che un giorno abdica e l'altro splende; con un Pato che sta uscendo solo ora da una stagione sfortunata costellata di infortuni e infine se confrontiamo il rendimento di Grafite con quello di Ronaldinho negli ultimi due anni, ci renderemmo conto che probabilmente Dunga non ha avuto tutti i torti a scegliere lui.
Questo giocatore è eccezionale anche dal punto di vista umanistico. Noto per le sue "lendas" è stato protagonista di alcuni episodi anche strani. Buona scelta, ma preferivo Neymar.
RispondiEliminaJuliano ma che umanistico!!!si dice umano!!!Mica è un letterario!!!ahahahhaha!!!!
RispondiEliminaIn ogni caso sono d'accordo con il concetto espresso da Juliano!
RispondiEliminaGrafite è forte.