
L'esperienza mondiale del Brasile targato Dunga finisce a Port Elizabeth sotto le cannonate degli olandesi di Van Marvick. Un 2 a 1 finale, in rimonta, che segna la sconfitta di un Brasile impostato, sia tatticamente che fisicamente, più su una filosofia calcistica europea, che sudamericana. Quello di Dunga voleva, e doveva essere la soluzione ai problemi incontrati durante la passata edizione del torneo, quando il Brasile fu eliminato dalla finalista Francia. E invece, ironia del destino, la sorte è la stessa e il mattatore è ancora una volta una nazionale europea, l'Olanda. Rappresentata in maniera emblematica dal suo più forte elemento, Wesley Sneijder, autore del passaggio del gol del pareggio olandese e realizzatore del secondo.
Una partita dai due volti

Brasile nervoso e confusionario nel secondo tempo
La sensazione a fine partita resta quella di un Brasile che esce fondamentalmente per una mancata reazione al gol del 1 a 1 olandese, fragilità psicologica quindi, che non intacca però il giudizio di miglior squadra del torneo, quella più equilibrata, forte in ogni reparto. Il nervosismo è stato sicuramente il peggior avversario degli uomini di Dunga, di cui Felipe Melo ne è il massimo rappresentante.
Dal canto suo la giovane e sbarazzina Olanda di Sneijder&Co., ritrovatasi nel secondo tempo del match ha fatto valere tutto il suo potenziale offensivo, è li davanti che ha vinto la partita: Sneijder, Robben e Van Persie sono fenomenali.
In semifinale ci va l'Olanda
Olanda in semifinale con la quinta vittoria consecutiva nel torneo e 24 partite da imbattuta, se la vedrà contro la vincente di Gana e Uruguai.
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