martedì 16 novembre 2010

Il Commento: quando un rigore inventato rischia di compromettere un bel campionato

di Stefano Silvestri

Se qualcuno aveva bisogno di una riprova che il famoso “torti e favori alla fine si compensano” è una gran cavolata, sabato sera è stato accontentato. Minuto 87 di Corinthians-Cruzeiro: Gil, difensore mineiro, salta e tocca alle spalle Ronaldo, un contatto che a malapena sarebbe fischiato fuori area, figuriamoci dentro (l’attributo “massima” associato a “punizione” indica che il fallo deve essere di una certa gravità). E invece, il signor Sandro Meira Ricci assegna il tiro dagli undici metri, che lo stesso Ronaldo trasforma nel gol decisivo.

Necessario partire da qui per fare un punto della 35a giornata del Brasileirão 2010. Perché l’ennesimo favore arbitrale al Timão ha fatto sbottare un po’ tutti (tranne i corinthiani, ovvio), e c’è già chi da tempo aggiorna, turno dopo turno, un dossier pubblicato anche su internet con tutti i regali, veri o presunti, fatti al Corinthians dalla prima giornata a quest’ultima. Moda, quella del dossier, che evidentemente non riguarda solo l’Italia del pallone.

Il durissimo sfogo dell’allenatore cruzeirense Cuca, nelle interviste post-partita, rivela tutta la frustrazione di un uomo solitamente molto pacato, e per questo colpisce ancor di più. “Un anno di lavoro rovinato”, dice Cuca battendo il pugno sul tavolo, e come dargli torto. Mentre è meglio andar cauti sulle dichiarazioni del suo presidente, Zezè Perrella, che parla esplicitamente di “arbitro comprato da qualcuno” e tira in ballo la vicinanza del presidente del Corinthians, Andres Sanchez, con quello della CBF (Confederação Brasileira de Futebol) Ricardo Teixeira e visto che ci siamo, mettiamoci anche l’esplicito tifo del presidente uscente del Brasile, Lula, da sempre affezionato ai colori del Timão. Ma tutto ciò sta e deve restare nella mente delle persone come gossip calcistico, almeno finchè non vengano fornite prove tangibili sul reato.

Un caos totale insomma, che rischia di spostare l’attenzione da quanto successo nelle partite della domenica. Dove il Fluminense ci mette ampiamente del suo nel consegnare una fetta di campionato al Corinthians: il pari in casa contro un Goias penultimo e con più di un piede nella fossa suona come una sconfitta, e meno male per il Tricolor che Conca segna il rigore dell’1-1 a una manciata di minuti dal termine. Risultato inaspettato, ma in realtà all’ordine del giorno nel Brasileirão, se si pensa che il Gremio Prudente retrocede matematicamente, ma non prima di aver complicato in ogni modo la corsa verso la Libertadores dell’Atletico Paranaense, vincitore solo al 92’ grazie all’eterno Paulo Baier.

Dando un’occhiata alle ultime tre giornate, però, è destino che debba parlare di altro rispetto al mero calcio giocato. È difatti in corso una campagna da parte dei tifosi del San Paolo e del Palmeiras per far sì che le loro squadre perdano le rispettive partite contro il Fluminense, in modo da pregiudicare il Corinthians, con cui la rivalità è per entrambe acerrima. Sarebbe anche una sorta di vendetta, per di più: è radicata in Brasile la convinzione che nel 2009 il Timão abbia passeggiato contro il Flamengo alla penultima giornata, in modo da lasciar via libera ai rubronegros rivali diretti proprio di San Paolo e Palmeiras per la vittoria finale. Ed in effetti, l’immagine del portiere Felipe immobile sul penalty di Leo Moura qualche dubbio lo lascia. In più qualcuno ipotizza che le polemiche sorte sabato sera possano rafforzare ancor più la voglia di preferire il campanile all’etica. Che tristezza…


Guarda l'episodio chiave del rigore assegnato a Ronaldo:

2 commenti:

  1. Ronaldo stava stoppando il pallone e non aveva motivo per buttarsi, quel catamarano di difensore è intervenuto in maniera scomposta spingendolo col gomito. Rigore sacrosanto e Corinthians meritatamente vittorioso in una partita per lunghi tratti dominata.

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  2. Rigore nettissimo. Dispiace per la raposa ma la spinta c'è stata. Altrimenti quel salto di Ronaldo si spiegherebbe solo per eventi fisici tutt'ora sconosciuti.

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