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di Stefano Silvestri
Per gli appassionati di calcio brasiliano il periodo compreso tra dicembre e l'inizio di gennaio è il peggiore. Il perchè è facile da capire: è l'unico in cui non si gioca. E allora ben vengano i campionati statali, sempre più discussi in Brasile per questioni che vanno dalla loro ridotta competitività interna alla forzata compressione del campionato nazionale (da maggio a dicembre, proprio perchè prima ci sono gli estaduais), ma in realtà straordinariamente tradizionali, oltre ad essere ponti ideali tra un Brasileirão e l'altro.
Il più importante è certamente il campionato paulista, che lo scorso anno ha visto Palmeiras e Corinthians restare fuori dai playoff finali e che quest'anno, con l'allargamento a otto delle squadre che parteciperanno alla post-season, rischia di essere ancor più equilibrato. Verdão (in difficoltà, però) e Timão, oltre a Santos e S.Paolo, sono le "solite" favorite, ma raramente mancano le outsider. Quali? La Ponte Preta, magari, o ancor più probabilmente la Portuguesa. Difficile invece che possa esserlo il Santo Andrè, finalista nel 2010.
Il Campionato Carioca, che si disputa nello stato di Rio de Janeiro, vede il favoritismo totale di Flamengo, Fluminense, Vasco e Botafogo, e probabilmente nemmeno quest'anno si scapperà da lì. Il Boavista di Vieri proverà a mettere i bastoni tra le ruote, ma in generale il torneo di Rio è pervaso negli ultimi anni da una generale mediocrità che fa pensare con nostalgia agli anni in cui un Bangu o un America gareggiavano ad armi (quasi) pari con le grandi.
Per quanto riguarda il resto del panorama, il campionato mineiro vede Atletico e Cruzeiro partire in pole, ma occhio all'America tornata recentemente nella serie A nazionale, al Tupi e all'Ipatinga. Nel Gauchão Gremio e Internacional hanno un largo vantaggio sulle altre, ma non è raro assistere a sorprese: più nelle singole partite, in realtà, visto che dal 2001 le due si spartiscono la vittoria finale. Atletico, Paranà e Coritiba si daranno battaglia nel torneo paranaense, Bahia e Vitoria in quello baiano, Cearà e Fortaleza in quello cearense e via così. Insomma, poco probabile che il trionfo finale sfugga a una tra le favorite, e come detto è uno dei motivi per cui gli estaduais vivono un calo di considerazione. Ma non è meglio che stare senza calcio?
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