venerdì 30 settembre 2011

Bruno Cortês: calcio brasiliano scopre terzino tutto corsa e cross

di Stefano Silvestri

Fino a pochi mesi fa si dibatteva in una minuscola squadretta carioca con la speranza di dare una svolta alla propria carriera. Ora è arrivato sino alla Nazionale Brasiliana, convocato da Mano Menezes per le frequenti amichevoli che la Seleção sta disputando in questo periodo con soli giocatori del campionato brasiliano. Si parla qui di Bruno Cortês, ventiquattrenne laterale mancino del Botafogo, uno dei migliori del torneo giunto ormai a 3/4 del proprio percorso.


Si dice spesso che le favole non esistono, nascondendole dietro a concetti come programmazione e serietà, ma la storia di Bruno Cortês ne ha tutte le sembianze. La sua vita è cambiata dopo una semplice telefonata: quella del Botafogo, che gli ha permesso di stravolgere una vita fin lì modesta e povera. Anche se non si può dire che il ragazzo non si sia meritato il salto: è stato eletto miglior terzino sinistro del campionato carioca di quest'anno, costituendo uno dei capisaldi della piccola Nova Iguaçu, spesso capace di tener testa alle grandi e vittoriosa per 3-2 in uno storico match col Vasco da Gama, l'attuale capolista del campionato nazionale. Tipico laterale brasiliano, dalla corsa infinita e dal cross continuo, ha stupito per la tranquillità e l'intelligenza con cui si è proposto sul palcoscenico più importante, e la titolarità assoluta concessagli dal tecnico Caio Junior non poteva che essere la logica conseguenza.

Prima della Nova Iguaçu, Cortês aveva avuto una breve esperienza in Qatar, tappa abbastanza normale per un calciatore brasiliano o per chi voglia raggranellare gli ultimi soldi della carriera, ma decisamente inusuale per uno come lui, senza esperienza se non a livello giovanile. Poi il ritorno in Brasile, tra Castelo Branco (stato dell'Espirito Santo), Quissamã (Rio de Janeiro, eletto pure lì nella Top 11 della B carioca) e, appunto, Nova Iguaçu.

La speranza, sempre meno fondata, di poter raggiungere il grande calcio è diventata realtà grazie al Fogão, illuminato nel capire le sue potenzialità e quelle di un altro giovane talento, Elkeson. Il club bianconero si è poi rivelato un ennesimo trampolino di lancio per il raggiungimento di un altro sogno all'apparenza impossibile: la nazionale, in cui Cortês è stato convocato per la prima volta in occasione dell'andata della Copa Roca disputata in Argentina, senza peraltro scendere in campo.


Il passaggio al Botafogo gli ha garantito anche una maggiore disponibilità economica, ovviamente: lasciati da parte l'autobus o la bicicletta con cui raggiungeva il centro di allenamento, fatto messo in risalto in Brasile e confrontato con la vita dorata -e le auto di lusso- delle star della serie A, recentemente si è potuto finalmente permettere di pagare un'autoscuola. Ma il salto più alto compiuto grazie alla "nuova vita" è rappresentato dalla possibilità di allenarsi -e, chissà, giocare- in nazionale assieme all'idolo Ronaldinho, per il quale ha confessato all'emittente brasiliana Sportv la propria idolatria: "Nei videogames gli facevo battere tutte le punizioni. E ora potrò cercare l'uno-due con lui. È un sogno che si avvera".

1 commento: